Era un pomeriggio di primavera pieno di sole quando l'usignolo decise di andare a trovare un suo grande amico. Mentre si allontanava dalla città tutto diventava più calmo e, tra una casa e l'altra, lo spazio si riempiva di verde. Dall'alto vide Ari che lavorava il campo con il suo trattore rosso e discese fischiettando sul tetto della sua grande casa. Ma c'era qualcosa di strano nell'aria: gli alberi non danzavano nel vento, le apine non volavano, i grilli non cantavano, c'era uno strano silenzio e, anche Ari, che era un leone dorato, quel giorno sembrava meno d'oro, tutto sembrava rallentato. "Buongiorno!" Cinguettò l'usignolo saltando sul trattore dell'amico. "Buongiorno, amico mio! Sono davvero arrabbiato, ho arato e mosso la terra, ho creato i solchi per ospitare i semi, ho atteso il caldo e, infine ho seminato con grande attenzione e poi annaffiato con cura...ma, nulla…non è nato nulla!" Tuonò con il suo gran vocione Ari. "Mmmm…Credo di aver già visto cose del genere!" rispose serio l'usignolo. "Eh già" – disse poco convinto il leone.

Mentre pensavano a cosa fare, all'improvviso, un suono fece vibrare l'aria. Erano tantissimi campanelli che suonavano senza orchestre: cosa accadeva? Il suono veniva da un boschetto lì vicino. Tutti, in realtà conoscevano bene quel luogo, era un posticino davvero vivace, popolato da animaletti di ogni genere ed era abitato da una loro amica, Napee, la regina dei campanelli. Napee era un'elegante farfalla con grandi ali azzurre che aveva un dono unico: il magico talento di risuonare come mille leggeri campanelli ad ogni battito d'ali. Le sue ali si muovevano appena nell'aria e ogni movimento era come accompagnato da carezze che riempivano l'aria. Napee raggiunse i suoi amici per parlare con loro: "Stiamo aspettando che nasca il miglio – le disse il leone d'oro – ma non succede". "Certo aspettare non serve – bubbolò Napee –dobbiamo andare da Ur, il guardiano". Ur è un enorme drago, che risplende di colori e abita il cielo, molto vicino alla luna e ha un potere: la fantasia. Ogni volta che spalanca la bocca e sputa fuoco, le mille scintille di fantasia si spargono ovunque e, si posano sui cuori delle cose, delle piante, degli animali e delle persone.

Bisognava volare sulla cima più alta delle montagne per trovarlo, un lungo viaggio fra valli e grandi rocce. Occorre una notte intera e un giorno intero per arrivarci: da qualunque punto si parta, la sua distanza rimane sempre uguale. E così, i tre amici si misero in cammino, lasciando la cura del grande campo e del rosso trattore a Talpa, il custode, e Coniglio, l'aiutante. Il viaggio era lungo e pieno di pericoli ma, il suono delle ali di Napee risuonava ovunque e via via che procedevano, il canto dell'usignolo vibrava nell'aria sempre più tersa e il manto del leone sembrava risplendere di luce dorata pennellata di rosso, la loro amicizia li proteggeva. Quando arrivarono, Ur li riconobbe e, per dare loro il segnale di benvenuto, dispiegò le sue grandi ali verde smeraldo scuotendo, potente, come un vento impetuoso, tutto ciò che era intorno: foglie, fiori, terra, persino le fronde degli alberi si piegarono, come un saluto, un "ciao" o … una frase da inventare. "Benvenuti!", disse con calore e, dopo che ebbe avuto tutte le spiegazioni, aggiunse: "Io sono il custode del fuoco, e il fuoco contiene un segreto che ora vi mostrerò."

Mosse le sue grandi ali fino a coprire il cielo che si oscurò e dalle sue fauci spalancate uscì una scintilla che nel buio sembrò a tutti viva. La scintilla ondeggiò come una piuma e si posò su un sacchetto misterioso, davanti alle zampe del drago. "Questo è il dono che vi affido. Racchiude in un piccolissimo seme l'amicizia, che vi ha reso uniti, i sogni, che hanno guidato la vostra avventura e, il mistero, la natura che prende vita, un segreto da scoprire. Occorre una notte soltanto per tornare da quel paese sulle montagne. I tre amici arrivarono a casa al mattino, che era l'alba, mentre Talpa marciava armata e impettita su tutto il perimetro del campo e Coniglio preparava un'ottima colazione per tutti. Si misero tutti al lavoro: Ari sul trattore rosso preparò i solchi, l'usignolo posò i semi, Talpa li coprì con la terra e, Coniglio, con il suo grande annaffiatoio, bagnò tutto con cura. Intanto il sole occhieggiava sempre più alto, il suono dei campanelli risvegliava i semi che dormono nella terra e gli animali nelle loro tane; si vedevano salire i colori dal terreno alla ricerca del sole luminoso, più di tutti il colore oro, il colore delle cose preziose, dei leoni e del manto dei re, degli amici e di chi prova affetto e gioia per questo mondo azzurro e verde! Infine, gli amici raccolsero miglio a non finire, chiamarono la fattoria: "La bottega del miglio e inventarono cacce al tesoro, mappe di draghi e buone ricette, per uccellini e per bambini, tutte al miglio! "Il canto dei campanelli" pensava fra sé Ari felice, "è nell'aria e nella terra, è il pensiero della fantasia che vola dai fitti boschetti tintinnando o dalle alte cime desiderando, è nella terra che senza fine fiorisce, è nell'idea di bellezza del nostro modo di vivere".

Testo di Dania Ferrari

Illustrazioni di Claudio Cernuschi

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