Hanì è una bambina dai lunghi capelli neri, nata dove la terra, in inverno, è coperta di neve. Aveva imparato dalla sua gente ad attraversarne i sentieri, fermandosi, a volte, per ascoltare i suoni, i profumi e la bellezza così forte e selvaggia. Aveva imparato, anche, che la natura poteva essere una guida e che gli animali sono figure straordinarie: volano, nuotano, odorano, vedono la notte, conoscono il futuro e le lingue segrete. Fu per questo che un giorno, Lasa le parlò: “Salve Hanì. Cosa stai cercando?”. “Oh!” rispose con meraviglia! “Salve, sto cercando il mondo!”. Lasa è una lupa bianca; di lei si dice che sia un animale custode, appare ai boscaioli o ai viandanti per indicare la strada e, di lei, intorno ai fuochi, si raccontano leggende antichissime. Hanì appoggiò una manina sulla neve e apparve la sua piccola impronta: “Vorrei imparare”, disse.

“Ti mostrerò un gioco, piccola Hanì: chiameremo gli animali e parleremo con loro, guarderemo le piante e ascolteremo i loro racconti: è questo il modo per conoscere il mondo.” Così, Lasa e Hanì si trovarono ogni giorno muovendosi in cerchi sempre più grandi, correndo, giocando e, incontrando animali, piante e una fantasia in mostra di colori e canzoni. E, come se il mondo fosse diventato un’arca affollatissima, Hanì incontrò l’incanto. Parlò con gli orsi e con i cervi, con gli scoiattoli e con le formiche che corrono in cinquanta direzioni diverse contemporaneamente; ascoltò gli usignoli e il loro canto e le civette dal richiamo improvviso; Hanì imitava il loro linguaggio: abbaiava, squittiva, grugniva, ululava, frusciava come le ali; ogni giorno guardava il mondo come fanno gli animali: quest’albero, quel campo, quella macchia di fiori, quest’angolo di strada, quell’odore, il sapore di quest’acqua e il suo cuore si apriva alla bellezza!

Un giorno Lasa le presentò una quercia. “Tutti gli alberi grandi sono saggi perché la loro presenza è utile e generosa: le querce offrono rifugio alle api e custodiscono nel loro tronco il miele, ci parlano con voce forte e chiara con lo stormire del vento fra le foglie o nello scricchiolio dei rami” le disse Lasa. Ascoltarono la quercia che raccontò del sole e della luna, che si accompagnano nel cielo, delle stelle e delle nubi mosse dal vento, di come il cielo attira la terra tra le braccia e del mondo che senza fine benedice. “Ci siamo incontrate” disse la Quercia, “dunque siamo amiche”. Hani alzò il capo felice allungando le sue piccole mani verso quei rami colmi di ghiande che raccolse come fossero doni. Iniziò così l’avventura di Hanì, la fanciulla che disegnò una lupa bianca su una roccia del bosco dove era nata, con un bastoncino di legno raccolto ai piedi di un albero e con colori presi dai fiori e dalle pietre. La puoi vedere fra i rami delle querce o fra i solchi delle cortecce di un bosco lontano, o in una pasticceria con un grosso, gustoso gelato o per le strade fra la gente con un sorriso e un bracciale fatto di ghiande che tintinnano quando cammina con una lupa bianca al suo fianco, oppure accanto a te.

Testo di Dania Ferrari

Illustrazioni di Claudio Cernuschi

 
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