Questa è la leggenda di un piccolo elefante che aveva sempre il raffreddore! A furia di starnutire il suo naso era diventato DAVVERO GRANDE! E quel che è peggio, tutto quello starnutire gli faceva lacrimare gli occhi, così che spesso non vedeva dove andava. Arrivò, infatti, il giorno in cui, con un potente starnuto, fece volare Lino, il topolino, fino in cima ad un albero!!!

"Hei! Che razza di gioco è questo?" chiese Lino tutto inzuppato. "Mi dispiace topolino, ho sempre un brutto raffreddore!". "Certo, me ne sono proprio accorto!". "Già, tutti si arrabbiano con me, persino le scimmiette mi scacciano…" "Per forza! A ogni starnuto volano banane!" disse Lino, ma subito aggiunse: "Humbé, ascolta: tanto tempo fa, mio nonno, mi raccontò che esiste un luogo, chiamato la ‘Valle dell'estate' che si trova dietro le grandi cascate, dove scendono gli arcobaleni e accadono magie. Forse in quel posto guariscono i raffreddori. SCOPRIAMO DOV'E'!".

Si inerpicarono fra paesaggi fatti di rocce e stradine strettissime e giunsero a una fonte d'acqua così azzurra che anche la terra intorno sembrava azzurra. Presso la fonte c'era un alto fiore che la sfiorava con le sue larghe foglie lucenti. Si avvicinarono piano e curiosi. Il fiore azzurro si piegò verso di loro e mostrò una corolla in cui si cullava un tenero volto. I due amici rimasero senza fiato per lo stupore, quel fiore era un bambino, una bambina? Era un fiore? COS'ERA?

Il fiore soffiò verso di loro un delicato profumo: "Come ha fatto? Cos'è questo profumo?" chiese Humbè agitato. "E' il colore azzurro" rispose Fiore, "Sapevi che i colori profumano e hanno un sapore?" Ed ecco che il fiore azzurro indicò un arcobaleno, sembrava scendere dal cielo come acqua zuccherata. Ogni cosa era immersa nei colori e risplendeva. "Guarda Lino: di certo quel rosso profuma di lampone. Il giallo sarà un fresco limone o una dolce goccia di miele?" chiese pieno di gioia, andando incantato verso quei colori che, dove tocchino terra, nessuno può dirlo.

Apparvero macchie che vibravano e cantavano! C'era il giallo del sole, il Signore dell'Estate, che sparge raggi dorati, profumati di mare e di sabbia, che brucia sotto i piedi; il verde dei prati e delle foglie generose, che sanno di menta e proteggono dal caldo e il blu del cielo dolce come un abbraccio. C'erano nuvole, che sanno di panna e che giocano fra i rami degli alberi al profumo di cioccolato e, anche, nuvole scure, che hanno l'odore del caffè che tiene svegli, e se tuonano? Beh, ne escono i fulmini che sanno di fuoco, l'odore delle cose che bruciano, come la legna nel camino. "Sì, i colori parlano e profumano, sono persone e hanno un sapore" sussurrava da lontano il fiore azzurro.

Anche i due amici cominciarono a profumare, a ognuno il proprio odore! Già, che profumo ha un elefante? E un topolino? Ma più di tutto, furono capaci di vedere il mondo animato: il raffreddore di Humbé era guarito e Lino aveva capito la favola che il nonno gli aveva raccontato tanto tempo fa. La leggenda dice anche che Humbé divenne un esperto annusatore delle cose della vita e Lino fu l'amico intelligente, che le scriveva e le raccontava. E il fiore azzurrino? Restò nel loro cuore, come quel primo azzurro che canta per magia l'anima delle cose.

Testo di Dania Ferrari e Donatella Venditto

Illustrazioni di Claudio Cernuschi

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